mercoledì 30 aprile 2014

Una rischiosa realpolitik


pubblicato da RADICALWEB

A partire dalla manifestazione fuori dalle carceri minorili con i cartelli recanti la scritta “W il Papa”, varie iniziative radicali sembrerebbero mettere in dubbio la tradizionale laicità del movimento: dopo Casal del Marmo, la mancata celebrazione di Porta Pia per il 20 settembre, la marcia di Natale che è partita dal Vaticano, oltre a molti interventi, perlopiù radiofonici, di Marco Pannella. Alcune di queste circostanze sono state richiamate con toni positivi in un recente comunicato di Padre Lombardi, a testimoniare la stima di Pannella per Papa Bergoglio.

Nel mondo odierno, oltre ad alcuni stati islamici, l’unica teocrazia è proprio la Città del Vaticano: Islam e Cattolicesimo sono le uniche due religioni a produrre Stati di tipo teocratico. Volere portare un Papa a esprimersi su un provvedimento politico come l’amnistia, precondizione necessaria a un’urgente riforma della giustizia, appare come una vera e propria richiesta d’ingerenza da parte di un capo religioso e capo di Stato straniero negli affari politici italiani.

Sono purtroppo certo che, al di là dei giusti appelli radicali per la giustizia, in molte altre occasioni il Vaticano non mancherà di intromettersi nella politica di uno Stato, quello italiano, che dovrebbe essere laico e che si perpetuerà un’abitudine ormai secolare, se non millenaria. Da fautore della “realpolitik” e militante perdigiorno radicale, suggerii proprio a Pannella di cercare uno spazio politico nel centrodestra per riuscire a eleggere i nostri parlamentari. Marco esplose in un “Sei pazzoooo!” e ricordò la criminale questione dei respingimenti voluti dall’allora ministro Maroni. Non dispongo di tutte le informazioni necessarie, ma continuo a ritenere che ci sarebbe stata la possibilità di portare a casa qualche parlamentare e non ho potuto fare altro che ammirare, ancora una volta, la rettitudine pannelliana e radicale.

Quindi, sempre da maledetto “realpolitikante”, non potrei non dare il mio “benvenuto” a Papa Francesco I, se davvero si unisse a Pannella e a tutti noi radicali nella lotta nonviolenta per l’amnistia. Sono convinto che le ingerenze cattoliche proseguiranno comunque, anche sugli sviluppi della questione della procreazione assistita e su molto altro ancora: nel caso dell’amnistia, non posso negare che sarebbe un’ingerenza senza dubbio meno spiacevole di altre.

Però, permane forte in me il dubbio che, al di là dell’occasione da cogliere, il recente appello al Papa finisca con l’avallare il ruolo politico della Chiesa cattolica e delle religioni in genere. Si tratta di una (rischiosa) “realpolitik”.

Ancora una volta, chi sta correndo, sulla sua stessa pelle, i rischi peggiori è Marco Pannella. Temo che i sensati appelli alla prudenza e alla salute non fermeranno Marco che pone la sua lotta nonviolenta e battaglia politica al di sopra della sua stessa vita. Penso voglia comunicare questo. E che ci dovremmo preoccupare non per lui, ma per lo stato della giustizia e la tortura ai detenuti.