venerdì 23 novembre 2012

Perché non andrò a votare alle primarie del centro-sinistra


pubblicato da NOTIZIE RADICALI


Per registrarsi all’albo degli elettori delle primarie bisogna sottoscrivere “l’appello degli elettori dell’Italia bene comune” in cui è scritto chiaramente: “… rivolgiamo un appello a tutte le forze del cambiamento e della ricostruzione a sostenere il centrosinistra e il candidato scelto dalle primarie alle prossime elezioni politiche.” Il centrosinistra, almeno fino ad oggi, ha inspiegabilmente scelto di evitare qualsiasi forma di coinvolgimento dei Radicali e li ha completamente esclusi da ogni confronto.

Emma Bonino è stata lapidaria: “Quanto al dibattito tra radicali sulle primarie del centrosinistra, se non vogliamo fare infingimenti, chi si impegna per Renzi o per Bersani poi lo vota alle elezioni, vota per la coalizione. E a me non pare che noi ad oggi, abbiamo pregiudizialmente deciso di schierarci con il centrosinistra" Non sono mancati ammiccamenti all’elettorato radicale da parte di Matteo Renzi, seguito più recententemente da Nichi Vendola, ma si è trattato di battute da campagna elettorale che non hanno prodotto nulla di concreto.

Inoltre, nell’ appello agli elettori è contenuto il seguente passo: “Chiediamo che i candidati dell’Italia Bene Comune rispettino gli impegni contenuti nella Carta d'Intenti.”

Quest’ultima è un programma elettorale elaborato dal Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà e Partito Socialista Italiano, senza che ovviamente i Radicali abbiano potuto minimamente contribuire.

Marco Pannella ritiene che “… l'elezione di Renzi possa rappresentare una svolta importantissima in tutta la politica italiana", ma coerentemente non andrà a votare alle primarie. Ci andrà, invece, il confermato presidente di Radicali Italiani Silvio Viale, che ha cercato di dare la maggiore visibilità possibile al suo endorsement per Renzi, rimanendo in verità piuttosto isolato. Viale si pone, così, in contrasto con la mozione generale approvata nello scorso congresso di Radicali Italiani.

Nella mozione è scritto: “Prende atto del perpetrarsi della conventio ad excludendum del movimento radicale da parte dei principali soggetti della partitocrazia italiana, inclusa la decisione dei vertici del Partito democratico di escludere preventivamente ogni possibilità di partecipazione attiva di Radicali alle cosiddette "primarie" convocate dal trio Bersani, Vendola, Nencini … (omissis)... impegna gli organi dirigenti a mettere a disposizione l’apporto migliore e massimo del movimento alle iniziative anche politiche elettorali della galassia radicale, confermando quanto è sempre accaduto."

Silvio Viale è iscritto anche al Partito Democratico (come Mina Welby ed altri compagni radicali per i quali il PD deroga al suo statuto), ma non è un doppio tesserato qualsiasi: è, bensì, il presidente di Radicali Italiani che dovrebbe, da dirigente, contribuire alla messa in pratica di una mozione generale approvata ad amplissima maggioranza. La posizione politica di Viale, beninteso, è del tutto legittima, ma da un punto di vista politico dovrebbe coerentemente portare alle sue dimissioni dalla carica di presidente.

Radicali Italiani, nel riconfermare Viale alla presidenza, ha compiuto uno straordinario gesto di apertura verso il Partito Democratico, eleggendo un suo tesserato, ma nemmeno questo ha permesso di riaprire un dialogo interrotto da troppo tempo. Intervenendo all’XI Congresso di Radicali Italiani, anche il capodelegazione del PD Alessandro Maran ha evocato il dialogo, ma tristemente nulla di tutto ciò sta avvenendo e il centrosinistra continua ad escludere i Radicali, non avendo il coraggio di prendersi le responsabilità di un divorzio o di giustificarlo.

I compagni radicali che hanno superato la gimcana del doppio tesseramento al PD potrebbero ovviamente recarsi alle urne delle primarie, ma io non sono fra questi.

Da radicale, quindi, non voterò alle primarie perché non posso impegnarmi a votare per una coalizione che esclude il movimento radicale e che si basa su un programma al quale i Radicali non hanno minimamente contribuito.

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