martedì 28 febbraio 2012

Come uscire dalla spirale del debito degli Stati?


pubblicato da NOTIZIE RADICALI


L’Unione Europea presenta un deficit di democrazia e la crisi europea è politica ed istituzionale: il problema della “governance” di un’Europa davvero unita e federale è reso ancora più evidente dalla crisi dei debiti sovrani che si è manifestata. L’Euro ha permesso alla Banca Centrale Europea di emettere liquidità, ma non ha avuto una tesoreria comune in grado di affrontare il rischio di insolvenza dei debiti sovrani in tempo di crisi.
Sarebbe necessaria, dunque, una struttura che abbia poteri e controlli federali con la sovranità per governare, ad esempio, un eventuale consolidamento o una rinegoziazione dei debiti. Invece, l’ESM (European Stability Mechanism, il cosiddetto “fondo salva-Stati”) con il suo carico di segretezza ed immunità giuridica e fiscale non sembra affatto fornire garanzie di trasparenza e di democraticità.
La crisi dei debiti sovrani non è, però, un problema solo politico, né tantomeno solo europeo, basti pensare agli Stati Uniti d’America; nel persistente quadro di insufficienza delle istituzioni europee, è doveroso cercare comunque una soluzione a una crisi economica paragonabile, per molti versi, a quella iniziata nel 1929.
Il programma delle autorità finanziarie europee, il Long-Term Refinancing Operation (LTRO) messo a punto dalla Banca Centrale Europea, presenta un’evidente stortura: mette a disposizione delle banche europee, e non degli Stati, liquidità illimitata per un periodo di tre anni, consentendo alle banche private di investire in titoli di stato ad alto rendimento, ben sapendo di non correre nessun rischio reale, perché il Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria garantirà la solvibilità degli Stati debitori e, qualora non lo facesse, la banche sarebbero comunque insolventi in caso di “default” sui titoli di Stato.
A fronte di questo, vengono chiesti sacrifici sempre più pesanti ai cittadini dell’Unione Europea ed a quelli di alcuni Paesi in particolare. Come ha scritto George Soros “in un modo o nell’altro, è la Germania a dettare la politica Europea perché in temi di crisi i creditori siedono al posto di guida”, ma è concreto il rischio di avviare, seguendo la virtuosità tedesca, una spirale di recessione con deflazione, salari e profitti sotto pressione, contrazione dell’economia, crollo delle entrate fiscali e conseguente esplosione del rapporto fra debito e prodotto interno lordo.
La strada da seguire è un’altra.
Come negli Stati Uniti la Federal Reserve, per salvare il sistema finanziario, ha prestato alle banche private centinaia di miliardi, così in Europa l’ESM, in prima battuta o attraverso la Banca di Investimenti Europea (BEI), dovrebbe farsi garante di ultima istanza verso la BCE riguardo al rischio di insolvenza degli Stati in crisi, Italia e Spagna in primis. I titoli di stato verrebbero, conseguentemente, emessi a un tasso molto basso (anche inferiore all’uno per cento) e le banche potrebbero detenere i titoli, usandoli come fossero liquidità. In tal modo, i tremendi costi degli interessi sul debito scenderebbero a picco e troppo spesso ci si dimentica di ricordare che il bilancio dell’Italia è in avanzo primario ovvero il Paese sarebbe in attivo se non dovesse pagare montagne di denaro per coprire i costi finanziari. Il nuovo debito contratto dagli Stati europei finisce oggi, in massima parte, per rifinanziare quello vecchio (per esempio, nel 2012 il settantacinque per cento circa del debito francese servirà a rinnovare precedenti debiti in scadenza).
Michel Rocard, già primo ministro francese e sostenitore della rinegoziazione dei debiti pubblici, ha di recente dichiarato: “...è urgente inviare ai cittadini un segnale molto chiaro: l’Europa non è nelle mani delle lobby finanziarie. È al servizio dei suoi cittadini”.
Invece, oggi, travolto dai tassi di interesse, il Governo è costretto ad una politica di austerità che non solo si tramuta in un’evidente ingiustizia sociale, ma rischia di trascinarci in una recessione ancora più grave di quella che stiamo già vivendo.